Il riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso è una forma di tutela del diritto al legame familiare e, in questo caso, da intendersi indipendentemente dalla presenza di figli comuni.
In merito al tema del riconoscimento delle coppie dello stesso sesso ci occupiamo di:
Riconoscimento del matrimonio tra coppie dello stesso sesso in Italia
La campagna di Affermazione Civile è l’atto fondante della nostra Associazione, il cui risultato più significativo è la sentenza della Corte costituzionale n. 138/2010 che afferma:
Trascrizione del matrimonio contratto all’estero
Diversi sindaci, con il supporto di Avvocatura, hanno deciso di trascrivere i matrimoni celebrati all’estero, tra questi quelli di Fano, Udine, Milano, Livorno, Bagheria, Roma e Trieste.
Per reazione il Ministero dell’Interno ha emanato, nel 2014, una circolare dando disposizione ai prefetti di chiedere la cancellazione delle trascrizioni.
Abbiamo quindi impugnato le cancellazioni dinanzi alla giustizia amministrativa, ottenendo, nel 2015, l’annullamento della circolare del Ministero dell’Interno che disponeva quelle cancellazioni.
Nei casi in cui i sindaci hanno negato la trascrizione, abbiamo assistito le coppie per ottenerla in via giudiziaria. Nel primo di questi casi il procedimento giudiziario si è concluso con la sentenza della Corte di Cassazione n. 4184/2012 che ha riconosciuto l’esistenza del matrimonio contratto all’estero da persone dello stesso sesso, ma non la sua efficacia in Italia, in assenza di una legge. Motivo per cui non ha disposto la trascrizione del matrimonio.
A seguito di questa sentenza abbiamo quindi aperto un procedimento dinanzi alla Corte europea dei diritti umani per la mancata tutela del diritto alla vita familiare delle coppie same-sex. La Corte nel 2015 ha condannato l’Italia al risarcimento dei danni in favore della coppia.
Al lavoro giudiziario, abbiamo unito l’approfondimento teorico, organizzando convegni di formazione e seminari. Le sentenze ottenute negli anni, importantissime pur con i loro limiti, hanno infatti ottenuto l’effetto che tutti gli operatori del diritto, prima disinteressati a questi temi, abbiano cominciato a studiarli, a scriverne e a far crescere in tutti la consapevolezza della violazione di diritti fondamentali negati alle persone omosessuali. Le nostre azioni hanno quindi spinto anche altri avvocati e avvocate italiani a occuparsi di questi temi ampliando i risultati conseguiti in sede giudiziaria.
Come Associazione abbiamo redatto una proposta di legge in materia di matrimonio tra persone dello stesso sesso che nel 2013 è stata depositata sia alla Camera sia al Senato della XVII legislatura.
Con la legge n. 76/2016 si è venuto a creare un regime giuridico di tipo segregazionista (“separate but equal” nella dottrina americana), nel quale le coppie dello stesso sesso godono degli stessi diritti delle coppie eterosessuali sposate, ma al contempo sono discriminate per legge, venendo istituzionalizzata la loro diversità e inferiorità rispetto alle persone, coppie e famiglie eterosessuali. Questo si è tradotto in una negazione e violazione del principio di uguaglianza, non solo in senso formale, ma anche sostanziale, considerando, ad esempio, le forti limitazioni della genitorialità nelle coppie omosessuali.
Il nostro obiettivo resta quindi il matrimonio egualitario. Intendiamo portare all’attenzione delle Corti tutte le discriminazioni che le coppie formate da persone dello stesso sesso subiscono, anche quando si uniscono civilmente.
Intendiamo, inoltre, chiedere il risarcimento dei danni che le coppie formate da persone dello stesso sesso hanno subito in tutti gli anni in cui sono rimasti privi di una tutela giuridica.