Quella che segue è una traduzione fatta dall’Avv. Antonio Rotelli, cui sono imputabili eventuali errori di traduzione, della sintesi della sentenza redatta e pubblicata dallo staff della Corte, il cui originale si può leggere in allegato
La sentenza della Nona Corte d’Appello federale USA, decisa da un collegio di tre giudici, non è ancora definitiva e potrà essere ulteriormente appellata davanti alla stessa Corte, di fronte ad un collegio più numeroso.
Perry v. Brown, 10-16696, 11-16577
Opinion Filed: 2/7/12
Collegio: Reinhardt (autore), Hawkins, N. Smith (opinione in parte concordante e in parte dissenziente)
La maggioranza del collegio ha confermato la decisione della corte distrettuale e stabilito che la Proposition 8, che ha emendato la Costituzione della California per eliminare il precedentemente garantito diritto di sposarsi alle coppie formate da persone dello stesso sesso, ha violato il Quattordicesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. La maggioranza del collegio ha stabilito che i cittadini della California, usando il potere di iniziativa (legislativa) per colpire una minoranza e privarli di un diritto che possedevano, hanno violato la Clausola del XIV emendamento (Equal Protecion Clause).
La maggioranza del collegio ha stabilito che in questo caso particolare non è necessario decidere se in base alla Costituzione degli Stati Uniti poteva essere vietato alle coppie dello stesso sesso il diritto di sposarsi, in quanto in base alla legge della California che disciplina le “partnership domestiche”(domestic partnership) le coppie dello stesso sesso avevano tutti gli stessi diritti delle coppie formate da persone di sesso diverso, senza considerazione del loro stato coniugale. L’unico effetto della Proposition 8 era quello di togliere quell’importante e giuridicamente significativa designazione di “matrimonio”, precedentemente riconosciuta dalla Corte Suprema della California, pur mantenendo il godimento di tutti i diritti che da esso derivano.
La maggioranza del collegio ha stabilito che nell’eliminare la designazione di “matrimonio”, pur mantenendo in capo ai partner dello stesso sesso tutti i diritti e le responsabilità che dal matrimonio derivano, la Proposition 8 non è stato ragionevolmente promulgata per promuovere la crescita dei figli da parte dei genitori biologici, per incoraggiare una procreazione responsabile, per procedere in modo cauto con i cambiamenti sociali, per proteggere la libertà religiosa o per controllare l’educazione dei giovani. La maggioranza del collegio ha concluso che la Proposizione 8 non ha servito altra finalità e non ha avuto altro effetto che non sia quello di ridurre lo status e la dignità umana di gay e lesbiche in California, e per riclassificare in maniera ufficiale le loro relazioni e famiglie come inferiori a quelle delle coppie formate da persone di sesso diverso. La maggioranza del collegio ha stabilito che non ha avuto necessità di considerare se le coppie dello stesso sesso hanno un diritto fondamentale al matrimonio o se gli stati che non assicurano il diritto di sposarsi alle persone gay e lesbiche devono invece farlo.
Il collegio ha ritenuto che i proponenti della Proposition 8 avevano la legittimazione a proporre questo appello per conto dello Stato (della California). Il collegio ha condiviso la giurisprudenza della Corte Suprema della California secondo la quale i proponenti ufficiali di un’iniziativa referendaria hanno l’autorità di perseguire l’interesse dello Stato nel difendere la costituzionalità della loro iniziativa, nel caso in cui i rappresentanti dello Stato che dovrebbero ordinariamente assumersi tale responsabilità decidano di non farlo.
Il collegio ha confermato il rigetto dell’istanza dei proponenti della Proposition 8 che chiedevano di invalidare il voto espresso dall’ex giudice Vaughn Walker (ndr. componente del collegio che ha deciso il caso nel precedente giudizio), sulla base del suo supposto interessa a vedersi autorizzato a sposare il suo partner dello stesso sesso. Il collegio ha ritenuto che il giudice Ware non ha abusato della sua discrezione nel ritenere che il giudice Walker non era obbligato a ricusare se stesso in base al fatto che poteva avere un interesse diretto nell’esito del procedimento.
Il giudice N.R. Smith ha in parte concorso e in parte dissentito dall’opinione della maggioranza del collegio. Il giudice Smith è stato d’accordo con l’analisi della maggioranza che i proponenti avevano il diritto di proporre questo appello e che l’istanza di annullamento del voto espresso dall’ex giudice andava respinta. Il giudice Smith ha dissentito dall’analisi della maggioranza del collegio con riferimento alla costituzionalità della Proposition 8. Egli ha scritto di non essere convinto che la
Proposition 8 , nel togliere alle coppie dello stesso sesso il diritto ad accedere alla designazione di matrimonio, non fosse ragionevole correlato alla promozione di una procreazione responsabile ed una genitorialità ottimale.
2012-02-Summary-judgment.pdf
2012-02-Judgment.pdf