“È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali” (Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, art. 21).
La paura viene considerata come un sentimento connaturato nell’essere umano. Dichiarazioni universali e istituzioni servirebbero alla protezione e alla tutela di individui contro violenze e abusi perpetrate da altri esseri umani. La paura nei confronti dell’”altro”, si trasforma però spesso nella
discriminazione verso il “diverso”. Nel suo processo di costituzione politica, l’Unione Europea ha cercato di fondare la propria identità istituzionale e culturale sull’idea di un‘Europa
rispettosa delle diversità ed insieme unita nel difenderle contro ogni discriminazione. Corrisponde tale immagine alla realtà dei fatti? Nel presentare in Italia per la prima volta in ambito accademico
l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (Fundamental Rights Agency – FRA), la conferenza si propone l’obiettivo di analizzare la natura e le cause della paura nei confronti del “diverso” in un’età globalizzata in cui i problemi diventano sempre più comuni, tanto da dover essere
affrontati responsabilmente insieme.