La Corte d’appello di Genova riconosce l’adozione piena ottenuta all’estero da due padri

La Corte di appello di Genova ha disposto con ordinanza la trascrizione dell’adozione congiunta di un minore brasiliano da parte di due uomini, uno dei quali cittadino italo-brasiliano.

La vicenda nasce nel 2016 quando la coppia di uomini, residente in Brasile, chiede all’Ufficiale di Stato civile comune di ultima residenza in Italia la trascrizione della sentenza di adozione di un bambino emessa dall’autorità giudiziaria brasiliana. L’Ufficiale di stato civile aveva opposto un rifiuto, sostenendo che la questione dovesse passare al vaglio del Tribunale per i minorenni.

La coppia si è rivolta ad Avvocatura per i diritti LGBTI-Rete Lenford, associazione che dal 2007 si occupa della tutela legale delle persone LGBTI e che celebrerà il prossimo 1° dicembre a Firenze, con un Convegno a Palazzo Vecchio, la sua decennale attività.

L’Associazione è intervenuta con l’avv. Susanna Lollini portando la questione davanti alla Corte d’appello di Genova affinché questa dichiarasse non contrario all’ordine pubblico il riconoscimento automatico della sentenza di adozione chiesto dai ricorrenti e dunque corretta la procedura amministrativa avviata presso il Comune.

La Corte territoriale ha respinto nel merito, con il parere favorevole della Procura generale intervenuta, tutte le obiezioni dell’Avvocatura, che si era costituita in giudizio per il Comune, ritenendo corretta e fondata la domanda della coppia di uomini, stante l’automatico riconoscimento della sentenza straniera che in questi casi è previsto dalla normativa di diritto internazionale privato (art. 64 L. n. 218/1995).

Infatti, a differenza di un altro caso di trascrizione di adozione piena deciso dal Tribunale per i Minorenni di Firenze solo pochi mesi fa (8 marzo 2017), nel caso portato davanti alla Corte di Genova l’adozione nazionale è stata disposta a favore di un cittadino brasiliano residente in Brasile, oltre che di un cittadino italo-brasiliano ed è quindi soggetta a riconoscimento automatico da parte dello Stato italiano ai sensi dell’art. 64 L. n. 218/1995.

“Entrambi i padri confidavano nell’esito positivo del ricorso, sopratutto perché è loro intenzione chiedere il riconoscimento in Italia anche della sentenza con cui in Brasile hanno adottato un’altra bambina” dichiara l’avv. Susanna Lollini “J di cinque anni e P di otto, sono diventati fratelli con l’adozione ed è importante che restino tali anche per la legge italiana”.

“Adesso che abbiamo ottenuto il riconoscimento della sentenza di adozione per J speriamo che il Comune trascriva anche la sentenza di P” aggiungono i due padri, “ma nel caso decidesse altrimenti presenteremo un nuovo ricorso. L’importante è non farsi scoraggiare, ma chiunque abbia affrontato un percorso così difficile come quello dell’adozione, non si arrende tanto facilmente! Ringraziamo l’Avvocata Susanna Lollini che ci ha seguito e Rete Lenford che da anni si batte per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e delle loro famiglie”.

Secondo la Presidente dell’Associazione Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, che esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto, “la decisione, escludendo la contrarietà all’ordine pubblico, chiarisce come non vi sia nel nostro ordinamento alcun principio fondamentale che impedisca il riconoscimento di situazioni omogenitoriali costituite all’estero. Manca a questo punto un intervento legislativo che metta fine alla discriminazione sancita dalla legge sulle Unioni civili, subita dai nuclei familiari che si costituiscono sul territorio nazionale e non hanno elementi di transnazionalità. Il Convegno di Firenze del prossimo 1° dicembre sarà l’occasione per rilanciare una nuova stagione di battaglie giudiziarie volte al raggiungimento della piena uguaglianza e alla rimozione delle tante discriminazione ancora esistenti”.

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