Fino a quando il legislatore non approverà una diversa regolamentazione, continuano a prodursi gli effetti del matrimonio tra due coniugi dei quali uno abbia rettificato il sesso.
Con la sentenza 8097 del 2015 la Corte di cassazione ha accolto il ricorso di una coppia sposata che si opponeva al divorzio imposto a seguito della rettificazione del sesso da parte di uno dei due coniugi.
Gli effetti del matrimonio, hanno stabilito i giudici, continueranno a prodursi fino a quando il legislatore non approverà una legge che garantisca ad una coppia come quella dei ricorrenti, che non voglia divorziare, diritti e doveri equivalenti a quelli assicurati dal matrimonio. La coppia è stata assistita in tutti i gradi di giudizio dagli avvocati di Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford Anna Maria Tonioni e Francesco Bilotta. L’avvocata Tonioni spiega: «La Cassazione non poteva decidere altrimenti a seguito della sentenza della Corte costituzionale (n. 170 del 2014), che aveva dichiarato l’incostituzionalità delle norme che stabiliscono lo scioglimento automatico del matrimonio della persona transessuale. Per la Corte costituzionale il legislatore può riservare il matrimonio a coppie di sesso diverso – cosa dalla quale dissentiamo – ma deve predisporre una disciplina equivalente per quelle coppie sposate in cui un coniuge adegua il proprio sesso». Prosegue l’avvocato Bilotta: «Il principio stabilito dalla Corte costituzionale, e accolto dalla Cassazione, non consente che si crei un vuoto di tutela per la coppia fino a quando il legislatore non intervenga. Per impedire che la coppia passi da una condizione di massima protezione giuridica ad una condizione di massima indeterminatezza, il matrimonio continuerà a produrre effetti fino all’approvazione di una legge».
La Corte di cassazione ha pertanto disposto la cancellazione dell’annotazione dello scioglimento sull’atto di matrimonio della coppia.
Soddisfazione esprime la presidente di Rete Lenford, avvocata Maria Grazia Sangalli, la quale dichiara: «Si evidenzia ancora una volta il ritardo del Parlamento, al quale chiediamo che intervenga prontamente ad estendere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. La decisione di oggi riguarda un caso diverso, in quanto la coppia era già sposata, ma l’estensione del matrimonio in senso egualitario risolverebbe ogni questione. La sentenza di oggi ci ricorda, come aveva fatto già la Corte costituzionale, che l’interpretazione dell’articolo 29 della Costituzione, secondo la quale il matrimonio sarebbe riservato a coppie di sesso diverso è fondata unicamente sul codice civile, che il legislatore può modificare con legge ordinaria. È giunto il momento – e bisogna fare in fretta – che anche alle famiglie della persone lesbiche, gay e trans siano garantiti pari diritti, doveri e dignità sociale».
Copia della sentenza in formato pdf LINK
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