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Famiglia per 40 anni anche senza le unioni civili: riconosciuta la pensione di reversibilità al compagno superstite

1 Giugno 2018

Il Prof. Ettore Zanola e l’Arch. Rolando Borsato sono stati insieme e hanno convissuto per più di 40 anni. Una relazione iniziata nel lontano 1974 e conclusasi con la morte dell’Arch. Borsato a giugno del 2015, solo un anno prima che entrasse in vigore la legge sulle Unioni civili.

Poco prima di morire, l’Arch. Borsato aveva usufruito della pensione di Inarcassa, la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti. Una pensione la cui reversibilità sarebbe dovuta spettare al compagno di una vita, il Prof. Ettore Zanola e che invece Inarcassa si era rifiutata di erogare. Il ricorso al Tribunale di Milano era stato respinto, poiché secondo i giudici “la pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite in presenza di regolare matrimonio”.

Da qui l’impugnazione dinanzi alla Corte d’Appello di Milano che con provvedimento emesso il 24 maggio ha dato ragione al Prof. Zanola, assistito dagli avvocati di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI, condannando Inarcassa “al pagamento del trattamento pensionistico di reversibilità, inclusi i ratei arretrati”.

“Lo straordinario risultato è frutto della caparbietà del prof. Zanola e del team di legali di Avvocatura per i diritti LGBTI, costituito dagli avvocati Emiliano Ganzarolli, Giovanni Mascheretti, Caterina Caput, Antonio Rotelli e Vincenzo Miri” dichiara la Presidente avv. Maria Grazia Sangalli, che aggiunge “Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza. È comunque la prima volta che un giudice riconosce la pensione di reversibilità al partner di una coppia dello stesso sesso prima della legge sulle Unioni civili. Questo rappresenta un grande avanzamento dei diritti delle persone lgbti e conferma la portata rivoluzionaria della sentenza n.138 del 2010 della Corte Costituzionale, ottenuta grazie all’impegno della nostra Associazione, che riconosce il diritto fondamentale alla vita familiare delle persone omosessuali, preesistente al riconoscimento da parte dello Stato”.

“Possiamo affermare” chiosa l’avv. Emiliano Ganzarolli che ha coordinato il gruppo di lavoro “che con questa sentenza la Corte d’Appello di Milano conferma che – a prescindere dall’introduzione delle Unioni civili – una coppia di persone dello stesso sesso è una famiglia ed i suoi componenti sono titolari dei medesimi diritti di due coniugi: anche il diritto alla pensione di reversibilità”.

Il Prof. Zanola e l’Arch. Rolando Borsato non hanno potuto sposarsi, non certo per scelta, ma perché l’ordinamento non glielo ha permesso. Questa Sentenza interviene a sanare quel vulnus: “Rolando avrebbe voluto sposarmi” commenta il Prof. Ettore Zanola, “anche se la nostra unione non ha avuto una legittimazione ufficiale, abbiamo condiviso la vita e sono felice che sia stato riconosciuto”.