Per consentire il matrimonio alle coppie lesbiche e gay non è necessario cambiare la Costituzione

COMUNICATO STAMPA:

*Per consentire il matrimonio alle coppie lesbiche e gay non è necessario cambiare la Costituzione* Richiesto incontro ad Alfano, Bersani, Casini, Di Pietro, Fini, Grillo e Vendola

«Per consentire alle coppie lesbiche e gay di sposarsi non è necessario modificare la Costituzione. E’ sufficiente una legge ordinaria. Il Parlamento ha il dovere di legiferare con sollecitudine aprendo il matrimonio a tutti i cittadini e tutte le cittadine senza discriminarli a causa del loro orientamento sessuale», lo dichiara Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford, associazione no profit di Avvocate e Avvocati che lavora a tutela delle persone omosessuali e transessuali.

Dopo le dichiarazioni di alcuni segretari ed esponenti di partito secondo i quali la Costituzione non consentirebbe di approvare una legge sui matrimoni tra persone dello stesso, l’Associazione ha scritto una lettera ad Alfano, Bersani, Casini, Di Pietro, Fini, Grillo e Vendola chiedendogli un incontro per poter illustrare le ragioni dell’infondatezza giuridica di certe affermazioni.

Scrive Avvocatura per i Diritti LGBTI: «Il Parlamento, per ragioni giuridiche, prima ancora che politiche, ha il dovere di legiferare con sollecitudine aprendo il matrimonio a tutti i cittadini e le cittadine senza discriminarli a causa del loro orientamento sessuale.

Fino a quando le persone lesbiche e gay non potranno scegliere di esercitare il diritto fondamentale di sposarsi, anche se saranno introdotti nuovi istituti oggi inesistenti, permarrà nei loro confronti una discriminazione irragionevole basata sul loro orientamento sessuale e quindi una violazione della Costituzione». Saranno cittadine e cittadini di serie B.

Avvocatura per i Diritti LGBTI – i cui componenti hanno patrocinato tutte le cause che hanno portato alla sentenza della Corte costituzionale n. 138 del 2010 sul matrimonio e la causa sulla trascrizione del matrimonio contratto all’estero da due uomini italiani su cui si è recentemente espressa la Corte di cassazione -ricorda che: «già oggi migliaia di bambini crescono all’interno di coppie formate da genitori dello stesso sesso e non è pensabile immaginare istituti alternativi al matrimonio che non tengano conto di questa realtà».

La giurisprudenza ha chiarito che spetta al Parlamento consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso e tutelare i loro figli. Per questa ragione l’Associazione chiede a tutti i rappresentanti di partito che all’incontro si facciano assistere da propri giuristi o tecnici di fiducia, che potranno confermare la correttezza giuridica delle ragioni verranno illustrate.

Conclude l’Associazione: «Siamo sicuri che i rappresentanti dei partiti e dei movimenti accoglieranno la nostra richiesta. Se è vero che hanno a cuore la buona politica, non possono esimersi dall’ascoltare coloro che sono chiamati a rappresentare in Parlamento. Del resto, la Costituzione non è né di destra né di sinistra, poiché è posta a garanzia dei diritti fondamentali di tutte e di tutti».

LETTERA INVIATA:

Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford è un’Associazione no profit di Avvocate e Avvocati diffusa su tutto il territorio nazionale, che tutela le persone omosessuali e transessuali.

Le scrivo per chiederLe un incontro con alcuni componenti dell’Associazione, per poter mettere a Sua disposizione le nostre competenze giuridiche in tema di tutela delle famiglie omosessuali e di matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Ci hanno meravigliato le numerose dichiarazioni che di recente importanti esponenti politici hanno rilasciato alla stampa, sostenendo che l’apertura del matrimonio a lesbiche e gay in Italia necessiterebbe addirittura di una modifica della Costituzione.

A noi siffatte dichiarazioni risultano giuridicamente infondate e in netto contrasto con la recente giurisprudenza sia della Cassazione sia della Corte costituzionale che ribadendo la sussistenza di una potestà legislativa del Parlamento in materia non hanno al contempo denunciato il pericolo di una contrarietà alla Costituzione di una legge ordinaria che consenta alle coppie formate da persone dello stesso sesso di sposarsi.

Gli Avvocati e le Avvocate dell’Associazione che presiedo hanno patrocinato tutte le cause di Affermazione civile che hanno portato alla sentenza della Corte costituzionale n. 138 del 2010 sul matrimonio tra persone dello stesso sesso ed il procedimento in Cassazione sulla trascrizione del matrimonio contratto all’estero da due uomini italiani.

In grande sintesi, dopo le decisioni delle massime autorità giudiziarie del Paese, si può sostenere senza tema di smentita che a) le persone lesbiche e gay hanno un diritto fondamentale ad essere tutelate quando decidono di formare una famiglia, vedendosi riconosciuti i connessi diritti e doveri (Corte costituzionale), b) il matrimonio è giuridicamente possibile anche tra due donne e tra due uomini (Corte di Cassazione e Corte europea dei diritti dell’Uomo) e, infine, c) il Parlamento ha ogni potere di aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso (Corte costituzionale e Corte di cassazione).

Tali acquisizioni giuridiche costituiscono un patrimonio importante di civiltà non solo per i gay e le lesbiche di questo Paese, giacché fondandosi sui principi di uguaglianza e di tutela dei diritti inviolabili della persona, sono un segno della ricchezza e della attualità della nostra Costituzione che impediscono la creazione di cittadini di serie A e cittadini di serie B, a prescindere dal motivo per cui ciò avviene.

Tali sentenze vengono in soccorso del Legislatore e forniscono ai partiti strumenti formidabili per scrivere o rivedere le loro piattaforme politiche in piena sintonia con la Costituzione.

Il Parlamento, per ragioni giuridiche, prima ancora che politiche, ha dunque il dovere di legiferare con sollecitudine aprendo il matrimonio a tutti i cittadini e le cittadine senza discriminarli a causa del loro orientamento sessuale.

Fino a quando le persone lesbiche e gay non potranno scegliere di esercitare il diritto fondamentale di sposarsi, anche se saranno introdotti nuovi istituti oggi inesistenti, permarrà nei loro confronti una discriminazione irragionevole basata sul loro orientamento sessuale e quindi una violazione della Costituzione.

E’ opportuno aggiungere che già oggi migliaia di bambini crescono all’interno di coppie formate da genitori dello stesso sesso e non è pensabile immaginare istituti alternativi al matrimonio che non tengano conto di questa realtà. Anche per questa ragione non si capisce l’esclusione delle coppie formate da persone dello stesso sesso dall’istituto matrimoniale.

Chiunque si candidi a guidare il Paese non può farsi influenzare dalle convenienze politiche del momento fino a travisare il contenuto della Carta costituzionale. L’unica spiegazione razionale che siamo riusciti a trovare per un tale atteggiamento è la superficiale conoscenza della recente giurisprudenza costituzionale e di legittimità e sui suoi rapporti con la Carta costituzionale.

Proprio perchè il nostro intento è quello di chiarire tali profili, avremmo piacere che Lei invitasse a
partecipare all’incontro anche giuristi o tecnici di sua fiducia, che potranno confermarLe la correttezza giuridica delle motivazioni che Le illustreremo.

Il tema delle famiglie omosessuali non è né di destra né di sinistra, ma riguarda la garanzia di diritti fondamentali di cittadini e di cittadine, e il grado di civiltà giuridica e sociale di uno Stato.

Per ridare fiducia a loro, ai loro figli e figlie e alle loro famiglie, specie nell’attuale momento di crisi economica, è importante che i partiti, in vista delle prossime elezioni nazionali, inseriscano nei loro programmi una legge che apra il matrimonio in modo egualitario anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Un tale impegno non Ve lo chiedono i cittadini gay e le cittadine lesbiche, questo è un impegno che Vi chiede la Costituzione quando impone alla Repubblica di eliminare gli ostacoli che impediscono alle persone di partecipare pienamente alla vita politica e sociale del Paese.

Voglia trovare allegato alla presente il curriculum di Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford.

Confidando che possa accogliere la mia richiesta, resto in attesa di una Sua risposta.

Avv. Antonio ROTELLI
Presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford

Allegati

Lettera inviata.doc

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