Con decreto divenuto definitivo, il Tribunale di Milano ha ordinato all’Ufficiale di Stato civile del Comune di Milano di rettificare l’atto di nascita di Alberto (nome di fantasia), un bambino di quattro anni nato negli Stati Uniti, in modo che anche in Italia il suo certificato di nascita riporti l’indicazione che i suoi genitori sono due padri.
È la quinta volta che il Tribunale di Milano ordina al Comune di Milano di trascrivere certificati con due papà, ma il Sindaco, nella sua qualità di Ufficiale di stato civile, continua a non accogliere le richieste di trascrizione provenienti da coppie di padri, costringendoli a rivolgersi al Tribunale.
Quattro anni fa, pochi giorni dopo la nascita di Alberto negli USA, l’atto di nascita era stato trascritto presso lo Stato civile del Comune di Milano con la sola indicazione del padre biologico conformemente all’originario certificato di nascita californiano. Successivamente i genitori avevano chiesto alle autorità americane la rettifica dei documenti del figlio e avevano ottenuto il riconoscimento della paternità anche per il genitore non biologico. Il Comune di Milano aveva rifiutato, però, di procedere alla rettificazione dell’atto di nascita trascritto in Italia. Tale rifiuto si è ripetuto per molte altre coppie di padri. Lo stesso Comune, invece, da diversi mesi procede correttamente alla registrazione degli atti di nascita dei bambini con due madri.
I papà di Alberto, assistiti dagli avv.ti Manuel Girola, Giacomo Cardaci e Luca Di Gaetano di Rete Lenford-Avvocatura per i diritti LGBTI, hanno quindi chiesto ed ottenuto dal Tribunale l’ordine di trascrizione integrale dell’atto di nascita rettificato negli Stati Uniti, recante l’indicazione di entrambi i padri.
La decisione del Tribunale di Milano consolida l’orientamento secondo cui gli effetti della gravidanza per altri non sono contrari all’ordine pubblico, precisando che «l’assenza del legame genetico non può ritenersi lesivo di principi fondamentali a fronte di un quadro normativo e giurisprudenziale internazionale, comunitario ed interno che tende a valorizzare sempre meno detto legame in favore di altri aspetti della maternità/paternità correlati al consenso, alla volontarietà e all’assunzione di responsabilità genitoriale».
Nel commentare la vicenda, gli avvocati Giacomo Cardaci, Manuel Girola e Luca Di Gaetano invitano «il Comune di Milano, da sempre in prima linea nella tutela delle persone omosessuali, ad allinearsi alle amministrazioni che già da tempo riconoscono i diritti fondamentali dei figli di due papà, evitando per loro i gravi pregiudizi e i rischi che subiscono a causa della mancata trascrizione». Sottolineano, inoltre, che «il rifiuto a trascrivere determina un inutile ricorso al Tribunale con aumento delle procedure, dei costi e dei tempi per l’intera collettività».
«Nel trascrivere gli atti di nascita – commenta la Presidente di Rete Lenford, Avv.ta Miryam Camilleri – il Sindaco è chiamato a seguire il diritto e non un indirizzo politico della sua maggioranza e i provvedimenti del Tribunale non lasciano dubbi sulla legittimità di tali trascrizioni, che garantiscono l’interesse del bambino ad avere due genitori, non rilevando nel caso concreto le modalità fecondative adottate».
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