(ANSA) – FIRENZE, 19 DIC – ‘Spinti dal diritto alla felicità” e ‘decisi a incominciare un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso’. Cosi’ si sono definiti stamani nell’ambito di un incontro tenuto a Firenze insieme a Radicali e Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, coppia di conviventi gay che il 17 settembre del 2008 hanno chiesto al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio e, dopo il no di Palazzo Vecchio, hanno avviato un iter giudiziario che li ha portati ad ottenere dalla corte d’appello di Firenze, nei giorni scorsi, la remissione del caso alla Corte costituziononale.
All’incontro hanno partecipato anche l’avvocato che li segue nel procedimento, Roberto Vergelli, e i parlamentari radicali eletti nel Pd Marco Peduca e Donatella Poretti. ‘Il matrimonio civile e’ un istituto giuridico non sostituibile, ne’ vicariabile da altri, e solo con l’accesso anche delle coppie dello stesso sesso verrebbe rispettato e applicato il principio di eguaglianza e pari dignita’ sociale di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione’, hanno spiegato stamani.
Sulla vicenda la Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi il prossimo ottobre. Tre casi analoghi a questo, con remissione alla Suprema corte, si sono verificati anche alla corte di appello di Trento ed ai tribunali di Ferrara e Venezia. (ANSA).
(DIRE) Roma, 19 dic. – “Il diritto alla felicita’” e’ questo il motivo che ha spinto Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, il 17 settembre del 2008, a chiedere al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio, incominciando un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso. Da quel giorno un iter giudiziario seguito dagli avvocati della Rete Lenford ha portato ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d’Appello. “Da Firenze viene una speranza per i matrimoni omosessuali”, commenta Donatella Poretti, senatrice radicale eletta nel Pd.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Firenze, l’associazione radicale Certi Diritti e l’avvocatura per i diritti Lgbt-Rete Lenford, hanno espresso la speranza che “da questa citta’ possa partire il riconoscimento di questo diritto”.
Salgono cosi’ a quattro le ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale: Firenze, Venezia, Trento e Ferrara. Sempre a Firenze altre due cause devono andare in Cassazione.
“Al Senato, fin il primo giorno della legislatura, abbiamo presentato il ddl 594 per eliminare quegli ostacoli del codice civile perche’ si possa riconoscere parita’ di diritti e uguaglianza davanti alla legge senza discriminazioni di orientamento sessuale- dice Poretti- Una legge che non toglie diritti a nessuno, che non va contro nessuno perche’ aggiunge diritti. Il matrimonio civile e’ un istituto giuridico non sostituibile, ne’ vicariabile da altri. Solo con l’accesso anche delle coppie dello stesso sesso verrebbe rispettato e applicato il principio di eguaglianza e pari dignita’ sociale di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione”.
(Com/Ami/ Dire) 14:57 19-12-09
Apc-Nozze gay, Radicali: da Firenze speranza riconoscimento diritti
Ad oggi 4 ordinanze remissione a Consulta per altrettante cause
Roma, 19 dic. (Apcom) – “Il diritto alla felicità”: è questo il motivo che ha spinto Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi il 17 settembre del 2008 a chiedere al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio, incominciando un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso. Da quel giorno un iter giudiziario seguito dagli avvocati della Rete Lenford ha portato ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d’Appello.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Firenze, l’associazione Radicale “Certi Diritti” e l’avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, hanno espresso la speranza che proprio dal capoluogo toscano possa partire il riconoscimento di questo diritto. Salgono così a quattro le ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale: Firenze, Venezia, Trento e Ferrara. Sempre a Firenze altre due cause devono andare in Cassazione.
La Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi nell’ottobre del prossimo anno, nel frattempo altre coppie stanno avviando l’iter giudiziario. Pronunciamenti di più tribunali, articoli e approfondimenti giuridici potrebbero creare quel clima utile, spiegano i Radicali, affinchè la pronuncia della Consulta risponda alla carta Costituzionale più che alle pressioni politiche cui inesorabilmente verra’ sottoposta. I tre punti, e quindi i tre articoli della Costituzione, su cui la Corte d’Appello chiede un pronunciamento alla Consulta sono: il diritto a sposarsi è costituzionalmente riconosciuto indipendentemente dall’orientamento sessuale dei coniugi (art.2); negare l’accesso all’istituto matrimoniale a due persone dello stesso sesso potrebbe configurarsi come una discriminazione illegittima (art.3); il diritto privato (come il ricorso ad un atto notarile) non darebbe stessi diritti e doveri del matrimonio (art.29).
Decisione Consulta prevista per autunno 2010
Firenze, 19 dic. (Apcom) – Entro l’autunno del 2010, quindi, la Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi sul caso di Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi, coppia omosessuale che nel settembre del 2008 ha chiesto al Comune di Firenze le pubblicazioni per il matrimonio, vicenda poi approdata nelle aule del Tribunale: a spiegarlo Roberto Vergelli, uno degli avvocati che sta seguendo l’iter giudiziario della coppia, che oggi ha tenuto una conferenza stampa con Ridolfi, Bambi, ed i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti. E’ il quarto caso simile in Italia ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d’Appello: in Italia altri tre casi hanno avuto lo stesso iter, a Venezia, Trento e Ferrara, mentre a Firenze altri due casi sono in attesa di giudizio da parte della Corte di Cassazione. “E’ una strategia partecipativa – ha affermato Perduca – tanti possono dire ‘lo hanno fatto loro, perché noi no?’ Se ogni corte locale avesse un caso da giudicare, questo inciderebbe maggiormente sulla cecità della politica”.
La battaglia di Ridolfi e Bambi, che convivono da nove anni, è portata avanti da Azione Gay e Lesbica, la Rete Lenford, e l’associazione radicale Certi Diritti con l’iniziativa denominata Affermazione civile. L’obiettivo minimo è ottenere almeno un monito da parte della Consulta, spiega Vergelli, nei confronti del legislatore affinché si occupi della questione. “Crediamo che una democrazia non sia tale – ha detto Ridolfi – se non si consente a tutti di accedere ai diritti, perché un Paese civile non cresce sulla felicità di pochi. Non sono diritti di minoranza, perché tutti noi siamo componenti di gruppi di minoranza; e sono fortunato solo se e quando la società non stigmatizza e censura quella minoranza a cui appartengo”.