Con decreto del 16 novembre 2018, il Tribunale di Milano ha ordinato al Comune di trascrivere gli atti di nascita di due gemelle recante l’indicazione di entrambi i padri.
Il caso nasce dalla richiesta avanzata dai due padri all’Ufficio dello Stato civile di trascrivere gli atti di nascita delle loro figlie, nate negli Stati Uniti tramite gestazione per altri. I due papà avevano scelto di non accettare una “soluzione di compromesso”, che avrebbe comportato di trascrivere i due atti con l’indicazione del solo genitore biologico. Le bambine, infatti, hanno il solo atto di nascita statunitense e non sono state ancora registrate all’anagrafe, risultando inesistenti per lo Stato italiano.
Dopo il diniego da parte del Comune di Milano, i due genitori hanno scelto la via giudiziaria, assistiti dagli avvocati di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI.
Secondo quanto stabilito dal Tribunale di Milano l’atto di nascita recante l’indicazione di due padri non è contrario all’ordine pubblico internazionale e il diniego è contrario al principio cardine in materia, della tutela del best interest of the child, poiché pone in pericolo i diritti fondamentali delle bambine: non solo quelli di natura patrimoniale, come quelli successori, ma soprattutto l’identità personale.
Esprimono soddisfazione i legali delle bambine e dei genitori, avv. Giacomo Cardaci, avv. Manuel Girola, avv. Luca di Gaetano: “ancora una volta, la magistratura tutela gli interessi di due bambine che, fino ad ora, vivevano l’intollerabile condizione di ‘straniere in patria’, versando in uno stato di pura ‘clandestinità giuridica’ in cui i loro diritti e doveri sia di figlie sia di cittadine italiane era in grave pericolo: le bambine non erano registrate all’anagrafe e la loro ’invisibilità giuridica’ era fonte per loro di seri pregiudizi, destinati ad aggravarsi nel corso del tempo”.
Per la Presidente di Rete Lenford avv.ta Miryam Camilleri, “il provvedimento del Tribunale di Milano conferma come anche in Italia la genitorialità delle persone omosessuali abbia trovato riconoscimento attraverso la giurisprudenza: penso alla trascrizione di atti di nascita formati all’estero, come in questo caso, e anche alla registrazione della nascita in Italia di figli di coppie di donne nonché all’adozione ex art. 44, c. 1, lett. d) della legge n. 184/1983. L’augurio è che anche il legislatore possa fare presto passi in avanti in questa direzione, a partire dalla riforma in senso inclusivo dell’istituto dell’adozione”.